Un Ragazzo by Nick Hornby

Un Ragazzo by Nick Hornby

autore:Nick Hornby
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Commedia
pubblicato: 2015-06-15T22:00:00+00:00


Venti

A Will piaceva andare in giro in macchina per Londra. Gli piaceva il traffico, che gli permetteva di credere di essere un uomo che aveva fretta e gli offriva rare occasioni di frustrazione e di rabbia (altra gente faceva cose per scaricarsi, ma Will doveva fare cose per caricarsi); gli piaceva sapersi orientare; gli piaceva essere inghiottito dal flusso della vita cittadina. Non serviva un lavoro o una famiglia per andare in giro in macchina per Londra; serviva solo una macchina, e Will ce l'aveva. A volte guidava per il semplice piacere di farlo, a volte guidava perché gli piaceva ascoltare musica a un volume che a casa non sarebbe stato possibile tenere senza che qualcuno battesse furiosamente alla porta o sul muro o sul soffitto.

Quel giorno si era convinto che doveva andare in macchina a Waitrose, ma a essere sinceri il vero motivo del viaggio era che voleva seguire Nevermind urlando al massimo, e a casa non poteva farlo. Adorava i Nirvana, anche se ascoltarli alla sua età era un piacere venato da un po' di senso di colpa. Tutta quella rabbia e quel dolore e quell'odio per se stessi! Will ogni tanto era... stufo, ma non poteva far finta che fosse tutto lì. Così adesso usava musica rock arrabbiata ad alto volume al posto dei sentimenti reali piuttosto che come una loro espressione, e non gli dispiaceva poi tanto. A cosa servivano i sentimenti reali?

Aveva appena girato la cassetta quando vide Marcus camminare lemme lemme per Upper Street. Non lo aveva più visto dal giorno delle scarpe da ginnastica, né aveva provato un particolare desiderio di vederlo, ma improvvisamente sentì verso di lui un leggero moto d'affetto. Marcus era così chiuso in se stesso, così dimentico di tutto e di tutti che l'affetto sembrava l'unica risposta possibile con lui. Quel ragazzo sembrava in qualche modo chiedere allo stesso tempo assolutamente tutto e niente.

L'affetto che Will provò non fu abbastanza forte da fargli venir voglia di fermare la macchina, o almeno di suonare il clacson: aveva scoperto che era molto più facile mantenere il proprio affetto per Marcus tirando dritto, letteralmente e metaforicamente. Ma era strano vederlo in strada, in pieno giorno, girovagare senza meta... Qualcosa lo tormentava. Perché poi a Will sembrava così strano? In effetti non aveva mai visto Marcus in pieno giorno. L'aveva visto solo nei bui pomeriggi d'inverno. E perché l'aveva visto solo nei bui pomeriggi d'inverno?

Perché Marcus andava da lui solo dopo la scuola. Ma erano appena le due. Marcus avrebbe dovuto essere a scuola adesso. Cazzo.

Will lottò con la sua coscienza, la mise a terra e ci si sedette sopra finché non riuscì più a sentire neanche un gemito. Perché doveva importargli se Marcus andava a scuola o meno?

Ok, domanda errata. Sapeva benissimo perché doveva importargli se Marcus andava a scuola. Proviamo con un'altra domanda: quanto gli importava se Marcus andava a scuola o meno?

Risposta: non molto. Andava già meglio. Andò a casa.

Alle 16.15 in punto, proprio nel bel mezzo di Countdown, suonò il campanello.



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